Come agire in caso di ferimento di un ungulato selvatico

Testo tratto dalla pubblicazione della Stazione Provinciale VCO per il recupero degli ungulati feriti con cani da traccia.

Quando si spara ad un selvatico, una delle cose da considerare è la possibilità di ferirlo soltanto e quindi rischiare di perderlo. L’esperienza della caccia di selezione ci insegna che questa possibilità è molto più frequente di quanto si possa immaginare, sopratutto sia per lo scarso impegno messo dal tiratore nel valutare le possibilità di successo, sia nel determinare il risultato del suo tiro. Ecco perchè di seguito diamo qualche consiglio, finalizzato a ridurre, per quanto possibile, la perdita di animali dovuti a ferimento da fucilata.

PRIMA DI SPARARE

  • Valutare con la massima esattezza la distanza del selvatico, in modo da poter essere certi che la taratura dell’arma possa efficaciemente funzionare;
  • Tirare a delle distanze ottimali, senza cercare il record di tiro, inutile dal punto di vista del risultato e scorretto eticamente (il bosco non è il poligono e gli animali non sono bersagli di carta), la distanza massima dovrebbe essere intorno ai 200 mt;
  • Tirare solo con un ottimo appoggio;
  • Considerare eventuali ostacoli, tipo rami, tra noi e il bersaglio;
  • Aspettare che il selvatico sia nella posizione migliore per ricevere il colpo;

DOPO AVER SPARATO

  • Controllare la reazione del selvatico attraverso il cannocchiale senza perderlo di vista, in modo da considerare il suo comportamento nell’immediatezza del colpo;
  • Cercare di ricaricare subito l’arma in modo da poter doppiare il colpo se necessario;
  • Se l’animale è visibile a terra, aspettare alcuni minuti, sempre controllando prima di avvicinarsi;
  • Quando ci si avvicina, farlo sempre con l’arma sempre pronta e facendo meno rumore possibile;
  • Quando si parte dall’appostamento da cui si è sparato per andare alla preda, prendere un punto di riferimento dall’appostamento in modo che, quando si è sull’animale, si abbia l’esatta posizione di dove era al momento del tiro.

SE SI ARRIVA SUL POSTO E L’ANIMALE NON SI TROVA, NON PENSARE SUBITO DI AVERLO SBAGLIATO, MA OPERARE COME SEGUE:

  • Cercare sul terreno o sui rami circostanti tracce di sangue, pelo, o l’impatto della palla; partendo dal punto presunto di impatto ed allargandosi a cerchio per una ventina di metri;
  • Non insistere troppo sul sito nella ricerca, per non confondere la ricerca del cane;
  • Marcare il punto di impatto con qualcosa di evidente (un nastrino rosso ad esempio);
  • Chiamare subito il conduttore del cane per il recupero ed attendere istruzioni;

LE EVENTUALI TRACCE DI SANGUE CHE POSSIAMO RINVENIRE SUL POSTO, CI POSSONO DARE ULTERIORI INDICAZIONI SUL TIPO DI FERITA CHE ABBIAMO PROCURATO ALL’ANIMALE:

  • sangue rosso vivo
    di tipo arterioso, se si trovano grandi quantità ad intervalli più o meno regolari, l’animale ha poche possibilità di scampo;

sangue rosso scuro
di tipo venoso, può essere rinvenuto in molte o poche quantità ed è quello più difficile da tracciare, in quanto normalmente deriva da una ferita non molto profonda se non superficiale, è facile che sparisca o cali vistosamente dopo una decina di metri;

  • sangue marrone nero
    spesso indica un colpo al fegato, tracce non molto ampie in quanto l’emorragia normalmente viene tenuta all’interno dell’animale;
  • sangue rosso vivo con materiale verdastro o marrone
    colpo inferto all’intestino o allo stomaco, ferita che porta alla morte dell’animale ma dopo molto tempo dandogli la possibilità di allontanarsi anche molto, in questo caso di consiglia di non inseguirlo subito;
  • sangue rosso vivo con liquidi verdognoli acquosi
    colpo al collo o al rumine, animale difficile da recuperare.
  • Volantino stazione di recupero (PDF)

La Stazione di Recupero è ubicata al seguente indirizzo:
 Via Paolo Marino 1, Villadossola

Per maggiori informazioni http://cavco3-ossolasud.com/

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